Si definisce un nerd, e se ne vanta. Parole, note, fotogrammi e bit sono le sue passioni: oggi intervistiamo Francesco Ambrosino, #socialmediacoso per lavoro e per amore.
1)Hai 140 caratteri per presentarti
Mi occupo di Formazione, Blogging e SocialMedia. Non parlo di cose che non conosco. Quindi parlo poco. Datemi un divano, una tv e dei popcorn, e sarò un uomo felice.
2) Hai almeno il doppio dei caratteri per presentare socialmediacoso.it
È la mia casa digitale, quella nella quale ho deciso di invitare le persone che condividono con me l’idea di un web fatto di persone e non di numeri, dove la conoscenza è frutto della collaborazione. Ma è anche un punto di partenza, perché non amo i progetti a vita.
3)Cosa vuol dire per un’azienda essere su Facebook?
Vuol dire diventare umana. Una corretta presenza sui social, e non solo su Facebook, genera un processo di antropomorfizzazione, dell’azienda che deve smetterla di trattare le persone come scontrini e fatture e iniziare a tendere l’orecchio per ascoltare la loro voce. I social servono a questo, a creare un community intorno al brand, per fare in modo che chi vende e chi acquista possano finalmente dialogare, interrompendo quella comunicazione passiva e unidirezionale che ha caratterizzato i media tradizionali.
4) Il mercato eCommerce in Italia stenta a decollare, solo il 4% delle PMI hanno uno shop on line. Come e perché Facebook può essere lo strumento giusto per migliorare la presenza di un e-store?
Se l’e-commerce stenta a decollare in Italia è per due ragioni: una di natura socio-economica, perché siamo un Paese vecchio anagraficamente, quindi chi ha potere d’acquisto ha paura di comprare prodotti online, e chi invece vorrebbe farlo non ha un euro perché o non lavora o è precario; l’altra ragione è tecnico-professionale, perché ci sono molti incompetenti che si vendono per competenze che non hanno e che credono che fare e-commerce significhi fare un bel sito con un catalogo di prodotti. Sono dei cretini che distruggono il settore, e andrebbero fermati. Facebook non può fare moltissimo, se non in una fase di awarness, ovvero di conoscenza del prodotto, e di confronto con chi quel prodotto lo ha già comprato. Si può fare e-commerce anche direttamente su Facebook, ci sono app che te lo consentono, ma non credo che sia una vera alternativa, al massimo un supporto.
5) Credi che il social-commerce possa avere una sua ragione di essere?
Il social commerce ha senso solo se c’è una strategia integrata che si sviluppa su più piattaforme, e non deve snobbare soluzioni come WhatsApp, in particolare per il customer care. Non basta mettere la foto del prodotto su Facebook per convertire l’azione sui social in un acquisto, è necessario lavorare ogni giorno duramente e spingere la community a interagire, consigliandosi a vicenda e scambiandosi opinioni non mediate da fonti esterne.
6) Come e perchè un community manager può far decollare un eCommerce? E come lo inseriresti in un piano web marketing?
Di nuovo, invitando gli utenti a interagire, a raccontare esperienze d’acquisto, a recensire i prodotti, a consigliare chi sta pensando di compare lo stesso prodotto. Insomma, stimolando la conversazione, e imparando a gestire la crisi, perché il commento negativo può sempre arrivare, e cancellarlo non è la soluzione. Per niente!
7) Un saluto al nostro pubblico
Ricordatevi…nessuno vi ruba i dati della carta di credito, quindi abbandonate una volta per tutte quel benedetto Contrassegno e godetevi lo shopping online. È veramente divertente!