Intervista #13: Valentina Sala

Pubblicato in data 24 Luglio 2015 - da admin - in Interviste
Intervista #13: Valentina Sala

E-commerce e Web Marketing Manager, nonchè Web Marketing e Social Media Marketing Teacher presso OkAcademy, oggi intervistiamo Valentina Sala.

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55% creatività e 45% numeri. Uso questo mix, per sviluppare strategie online per siti e-commerce (e non solo) e per fare formazione

Cosa vuol dire per un’azienda avere un e-commerce?

Vendere online significa aprire un nuovo canale di vendita. Può sembrare banale, ma significa raggiungere nuovi clienti; non avere limiti temporali (come nei negozi fisici); poter cambiare catalogo e prezzi in modo più rapido e anche essere più presenti per gli attuali clienti che spesso diventano più propensi al ri-acquisto online. I fenomeni dello showrooming o del webrooming sono un esempio di come il consumatore sia multi-canale e che le aziende che riescono ad assecondare queste attitudini, hanno un grande vantaggio.

Purtroppo, per mia esperienza, vendere online ha molto spesso anche un effetto negativo sul rapporto con rivenditori offline. L’e-commerce viene visto dal canale tradizionale come minaccia e non come un’alleato nel raggiungimento degli obiettivi. C’è ancora molto da fare in termini di cultura alla vendita online!

Il mercato e-commerce in Italia stenta a decollare, solo il 4% delle PMI hanno uno shop on line. Come e perché i social possono essere lo strumento giusto per migliorare la presenza di un e-store?

I social sono una piazza dove milioni di persone si scambiano pareri e informazioni. Essere presenti e riuscire a creare conversazioni è un’ottima base di partenza per innescare un circolo virtuoso che porti poi alla vendita. L’importante è non considerarli unicamente come canali pubblicitari.

Oltre alla creazione di un rapporto one-to-one con i potenziali clienti, ci sono altri modi per sfruttare la potenza dei social. Il primo è la riprova sociale: i social media amplificano la portata delle opinioni, perciò sono canali naturali per il passaparola. Favorire la condivisione degli acquisti sui social, significa aumentarne la portata e la viralità.
Il secondo è l’uso dei social come strumento di customer service: immediatezza, semplicità e trasparenza sono caratteristiche che portano il cliente ad usare i social come canale di comunicazione con l’azienda. Un e-store non può ignorare questa potenzialità. E poi c’è il monitoraggio e l’analisi della brand reputation, che vede nei social delle fonti ricchissime di informazioni e spunti.

Tra le possibilità di advertising, non ci dimentichiamo l’efficacia dei social come piattaforma di re-targeting e lead generation.

Ritieni che un’azienda che voglia realizzare e promuovere un e-commerce necessiti di un formatore?

Come per tutte le altre attività, la vendita online e il digital marketing richiedono conoscenze specifiche che devono essere presenti in azienda. Facendo io stessa formazione per privati e aziende, noto c’è ancora grande confusione e inesperienza tra gli imprenditori in merito a questi argomenti. Le scelte sono effettuate per ‘moda’ o perché ‘lo fa il mio competitor’. Ma aprire il canale di vendita online non è la salvezza per qualunque realtà, soprattutto se in crisi.

Analisi di fattibilità, business plan, definizione di obiettivi e metriche di misurazione, infrastrutture fisiche e digitali, Marketing plan, design e user experience sono solo alcuni degli aspetti che fanno dell’e-commerce un’attività complessa al pari dell’avvio di un nuovo business. La maggior parte degli e-store, infatti, chiude entro 2 anni dalla nascita. Questo deriva da una mancanza di cultura digitale che deve essere colmata attraverso la formazione.

Credi che il social-commerce possa avere una sua ragione di essere?

Assolutamente sì. Il fatto che i maggiori social stiano investendo in attività che li porti sempre più verso il segmento della vendita online, è un segnale forte di questa compenetrazione.

Non credo, però, che la vendita diretta all’interno delle piattaforme sarà predominante. Vedo molto più plausibile e concreta l’evoluzione di diversi modelli ibridi dove i social e le logiche che li regolano, incidono sulle modalità di acquisto e di vendita. Ma i social non saranno gli unici driver dell’evoluzione per l’e-commerce. Non dimentichiamo il mobile e le tecnologie di prossimità. Ai nuovi metodi di pagamento e alle nuove monete.

Come e perché un community manager può far decollare un e-commerce?

Torniamo al concetto di dialogo e relazione. Il Marketing si è spostato dalla logica B2C o B2B a quella H2H, che vede la formazione di un rapporto tra due attori alla pari.

Questa tipologia di marketing porta in primo piano tutte le figure che aiutano l’azienda a dialogare con i clienti (o potenziali), tra cui il Community Manager.

E’ sempre più importante riuscire a creare e mantenere una comunità di persone che condividono i valori del brand, che lo scelgono ogni giorno perché in linea con i propri gusti e la propria filosofia.

Un saluto al nostro pubblico

Grazie per aver dedicato il vostro tempo alla lettura di questa intervista, ne sono onorata e molto felice.

Mi piacerebbe chiedere a ciascuno di voi qual è il suo pensiero, se le risposte sono state utili o hanno scatenato domande e dubbi. Siccome non posso farlo in questa sede, vi invito a cercarmi online per continuare questo dialogo e arricchire le nostre conoscenze. Mi trovate su quasi tutti i social, anche se il mio preferito è twitter 😉

Vi saluto con una frase di Andrea Saletti: ‘Non vendere un costume, ma l’emozione di essere un super eroe!’