Intervista #11: Tommaso Lippiello

Pubblicato in data 1 Giugno 2015 - da admin - in Interviste
Intervista #11: Tommaso Lippiello

Esperto di Social Media e Formatore, Founder e Capo redattore di SocialMediaLife.it: oggi intervistiamo Tommaso Lippiello account Twitter.

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Tommaso Lippiello, irpino quasi 35enne, Digital Program Manager in Microsoft Bing, Founder di SocialMediLife.it e MobilitaPubblicoImpiego.it

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Social Media Life è un web magazine collaborativo giunto al suo terzo anno di vita. Una Redazione di 9 Web Writer e 1 Graphic & Motion Designer, capaci di argomentare su tematiche che spaziano dalla Formazione al Social Media Marketing, dalle Mobile App mobile alle Startup più innovative. L’e-zine è sempre più punto di riferimento per esperti e appassionati come anche di Brand e PR agency che trovano in SocialMediaLife.it lo spazio ideale di approfondimento e diffusione di News e Comunicati Stampa, nonché Media Partner di alcuni tra i più importanti Eventi di settore.

Cosa vuol dire per un’azienda essere sui social media?

Domanda singola, risposte multiple! Scherzi a parte, l’avvento dei social media ha cambiato radicalmente il modo di percepire un Brand. Il mutamento infatti non è giunto perché i grandi marchi hanno iniziato a dettare le regole della nuova interazione digitale, piuttosto hanno dovuto accettare la  progressiva evoluzione del Web e dei suoi modelli di comunicazione. Abbandonando pian piano una posizione preminente, da un punto di vista squisitamente comunicativo, le aziende hanno iniziato a confrontarsi “faccia a faccia” con i propri clienti, sono stati obbligati a interagire, conversare, ascoltare e rispondere ai quesiti posti “alla luce del sole” (alzi la mano chi non ha detestato, almeno una volta, l’inefficienza o la latitanza di un Call Center?), “modulando” con attenzione il proprio “tono di voce” e gestire eventuali rimostranze o lamentele (purché motivate!) in un ambiente pubblico. Risultato? Maggiore attenzione alla gestione della Brand Reputation e niente più promozioni “imposte” dall’alto di un ripetitore!

D’altro canto, i Brand hanno oggi tra le mani una ricchezza, in termini di dati, mai vista prima. I social network hanno portato con sé nuovi strumenti di profilazione sempre più dettagliata e il conseguente incremento dei Big Data. Conclusione: Stavamo meglio quando stavamo peggio?

Sia chiaro, chi pensa che i media sociali siano nati con Facebook si sbaglia di grosso. SixDegrees (1997), Friendster (2002) e MySpace (2003) avevano già gettato le basi dell’online networking. Zuckerberg ha solo intuito un cambiamento in atto, sia tecnologico che sociologico, fornendo difatti all’Homo Economicus, in cambio dei propri dati, uno straordinario strumento di “democratizzazione”, almeno lato Business to Consumer.

Morale? I social media per un’azienda, sono come una medicina, bisognerebbe consultare il Community-Medico prima dell’uso! 

Il mercato eCommerce in Italia stenta a decollare, solo il 4% delle PMI hanno uno shop on line. Come e perché i social media possono essere lo strumento giusto per migliorare la presenza di un e-store?

Purtroppo l’Italia è in ritardo su molti aspetti, sotto il punto di vista della digitalizzazione. Il Digital Divide è un problema annoso e l’Info-povertà degli utenti non aiuta di certo. Vedo principalmente due problematiche. Da una parte ci troviamo con una Internet User Base costituita da circa 28 milioni di individui, meno della metà della popolazione Italiana. Parte di questi sono costituiti dai cosiddetti Millennials (o Nativi Digitali o Generazione Y), i più inclini agli acquisti online e alle dinamiche dell’ecommerce ma molto spesso privi dei requisiti minimi per procedere all’acquisto online (conti o carte di debito, prepagate e men che meno di credito), parte invece dai Dinosauri Digitali (o Immigrati digitali), che hanno gli strumenti per farlo, ma sono spesso disinformati, diffidenti e disinformatizzati, Quanti utenti sono quindi potenzialmente clienti? Dall’altra parte il problema è culturale e burocratico. Sappiamo cosa significa per una PMI aprire un eCommerce in Italia? Quali competenze informatiche ha un Artigiano medio? Se uniamo i responsi a queste due domande alla diffidenza, anche qui, nei confronti dello shopping online, beh… il risultato è chiaro no?

I social media possono certamente aiutare le aziende italiane a muoversi nel settore. Naturalmente è necessario valutare caso per caso. Non tutti possono essere su Twitter, non tutti possono sfruttare le potenzialità di Pinterest. Molti non conoscono Google Plus, altri non sanno come sfruttare LinkedIn. La soluzione? Affidarsi a chi di mestiere mastica di Social Medial Marketing, studiare assieme un piano strategico, raccogliere le aspettative del cliente e pianificare un progetto chiaro negli obiettivi e nei risultati.

Credi che il social-commerce possa avere una sua ragione di essere?

Credo molto nel social-commerce. Ormai strumenti come l’Opinion Ranking (Recensioni e Votazioni) sono diventati del tutto imprescindibili alla vendita online che sia quanto più sicura e affidabile, al riparo da brutte sorprese. I risultati di sondaggi di settore mostrano come l’internauta, prima di procedere all’acquisto, cerchi opinioni su prodotti e servizi in Rete, meglio se forniti dai propri contatti (qualche piattaforma in ambito Travel e Ristorazione permette già di visualizzare i giudizi forniti dai propri contatti su Facebook, ndr). Chi non ha mai chiesto a un amico un parere su quel ristorante (prezzi, qualità del cibo) prima di procedere con la prenotazione? Purtroppo però la cosa sembra non voler decollare in ambiti che non siano il Food o il Couponing (dove premia l’acquisto di gruppo). Io stesso ho presentato ad alcuni investitori un Pitch Template su un progetto di Social Shopping, senza successo, forse perché il Paese non è ancora pronto (o forse semplicemente perché era un’idea banale). Mi aspetto qualche novità dagli US, come sempre precursori quando si parla di innovazione.

Come e perchè un community manager può far decollare un eCommerce? E come lo inseriresti in un piano web marketing?

Rispondo all’unisono: approntando un progetto che tenga presente i reali obiettivi, non solo di vendita, ma di crescita della base consumer (non servono 1 milione di fan ma 1000 disposti a comprare qualunque cosa) attraverso un piano editoriale settimanale di pubblicazione dei prodotti e contenuti scritturali (Daily blog posting). In breve: Social Content Curation Multimediale! La fidelizzazione è importante e i social media permettono di profilare, comunicare e ascoltare il cliente (o meglio, i suoi bisogni) come mai in precedenza.

Un saluto al nostro pubblico

Cheersbyebye