Pubblicato in data 22 Aprile 2015
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- in Interviste
Oggi intervistiamo Lisa De Leonardis, giornalista e formatrice, esperta eCommerce.
1) Hai 140 caratteri per presentarti
Sono nata giornalista, sto crescendo nel mondo del digital marketing ed invecchierò continuando a scrivere. Il mio obiettivo? Fare quel che amo.
2) Hai almeno il doppio dei caratteri per presentare la storia della ciliegia, che caratterizza il tuo sito
La storia della ciliegia nasce dall’amore: per il colore, il rosso, che ho scelto per l’abito del mio matrimonio, per un amico che mi chiamava con affetto “cerasella”. Quel soprannome mi è sempre piaciuto ed ho deciso di portarlo con me, attraverso il mio logo.
3) Cosa vuol dire per un’azienda realizzare un Ecommerce?
E’ una domanda che bisognerebbe, secondo me, rivolgere alle tante realtà italiane che stanno avendo successo grazie al lavoro che fanno con i loro ecommerce. E’ molto interessante ascoltare quello che raccontano. Di solito si parte da un cambio di prospettiva dal punto di vista delle scelte di marketing. Una vera rivoluzione che coinvolge tutta la struttura aziendale. Chi parte bene, lo fa perché sa che lamortalità di un ecommerce nei primi 2 anni di attività è molto, molto alta (qualcuno parla del 99% dei casi, io sarei più cauta) ma questo tasso decresce all’aumentare dell’investimento in termini di lavoro, risorse umane e specialisti che l’azienda decide di assegnare alla cura dello strumento.
Realizzare uno store online significa, da un lato aumentare incredibilmente i potenziali clienti, dall’altro impegnare risorse umane e materiali per farlo funzionare.
Questo va detto ai tanti imprenditori e professionisti che decidono di provare la via dell’ecommerce per i loro prodotti o servizi: aprire un negozio online non significa automaticamente vendere, una piattaforma di questo tipo va curata e seguita tanto quanto uno store fisico.
4) Il mercato eCommerce in Italia stenta a decollare, solo il 4% delle PMI hanno uno shop on line. Perchè un’azienda dovrebbe vendere on line? Perchè un’azienda non dovrebbe vendere on line?
I dati sono esatti, anche se siamo in ripresa. Aggiungo che appena il 53% delle nostre aziende e PMI è sul web, il 17% usa i social network e quindi non dobbiamo stupirci che il fenomeno ecommerce non abbia il fascino che su di noi “tecnici” esercita. Credo che la maggior parte di queste aziende che non ha confidenza col web non è neppure consapevole delle opportunità che lo strumento offre.
Tuttavia credo che ci sia un problema anche legato al risultato: pochi italiani acquistano online e non starò a specificare i ben noti motivi. In Italia i settori che fanno dei numeri soddisfacenti nelle vendite da ecommerce sono soprattutto il turismo e il tempo libero. Altre aree sono più indietro, anche se i numeri danno segno di crescita ogni anno di più.
Da un lato questi dati scoraggiano l’investimento su un ecommerce, dall’altro però se non ci sono negozi online non ci sarà mai nessuno che compra!
Detto ciò credo che non ci sia il veto assoluto per un’azienda di vendere online. Se c’è una nicchia di mercato alla quale potersi rivolgere ci sarà qualcuno interessato al nostro prodotto/servizio. Con questo voglio dire che tanto più è ampio il mercato di riferimento, quanto più sarà difficile per quell’azienda avere successo con il proprio e-shop.
5) “Il formatore, specie nelle aziende e nelle realtà strutturate, ha il compito di ascoltare e mostrare le risposte possibili alle tacite od esplicite domande che vengono dall’aula e non di fornire la risposta giusta”. Ritieni che un’azienda che voglia realizzare un eCommerce necessiti di un formatore?
Questa domanda mi piace perché ho aspettato davvero tanto che qualcuno me la facesse. Come si capisce, credo, dal mio sito mi occupo anche di formazione, una cosa che faccio con grande passione da oltre 13 anni.
Io credo che in generale le aziende vadano formate, non solo per usare l’ecommerce, ma per scoprire quali e quante possibilità di business ci sono sfruttando il digital marketing. Molti non sanno neppure di cosa stiamo parlando. Questo non è “brutto”, ma bisogna aiutare le aziende a scoprire nuove modalità di business.
Questo lavoro di formazione alle aziende lo faremo (e ti dò uno scoop) il prossimo 27 giugno a Siracusa, in Sicilia. L’evento si chiamerà Web4Business, io sarò tra i relatori e parlerò proprio di come vendere senza un sito web, sfruttando i marketplace. Se volete saperne di più www.w4business.it, ci sono delle parti ancora work in progress ma intanto potrai farti un’idea…
6) Credi che il social-commerce possa avere una sua ragione di essere?
Ti dò una risposta secca: sui social ci sono milioni di utenti. Unire le capacità di un ecommerce ben strutturato alla possibilità di comunicazione e marketing offerta dai social è forse il modo migliore per sfruttare il web a fini di business. Il social è il posto dove c’è la possibilità di parlare con le persone, di generare delle conversazioni. E’ questo il primo passo per vendere qualunque cosa.
7) Ritieni che il futuro del eCommerce sia sempre più mobile? Mobile commerce come strada necessaria?
Gli strumenti si implementano davvero di mese, in mese. Penso alle possibilità aperte dagli strumenti di proximity marketing com’è IBeacon, per citarne uno. Il device mobile è uno strumento che può diventare sample nelle mani del cliente e come dice Danielle Henry, direttrice della comunicazione integrata di Coca Cola nel Nord America (non una qualunque, insomma) che non c’è modo migliore di fidelizzare la clientela della prova del prodotto.
Io la cosa la vedo così: i device mobili costituiscono meglio del web un ponte tra le aziende, i professionisti ed i loro clienti. Sono un modo per veicolare contenuti interessanti, utili e per accompagnare le persone all’acquisto. Credo molto nel marketing di prossimità e credo che in questo settore, nei prossimi anni, ne vedremo delle belle.
8) Un saluto al nostro pubblico
Intanto sono davvero lusingata per essere stata coinvolta in questa intervista. Ringrazio per questo tutto il team di Armah che ha voluto coinvolgermi. Ringrazio moltissimo chi mi ha letto fin qui e spero che chi si occupa in qualche modo di business voglia informarsi, capire, studiare, per scoprire le opportunità offerte dal web ma anche per decidere – eventualmente, con cognizione – che non è la strada giusta.
Il pregiudizio è il più grande ostacolo al cambiamento. Lo dico sempre in aula. Ok, potete anche twittarlo! 😀
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